Costruito agli inizi del 1400, è appartenuto alla famiglia del Cardinale Clemente Bontadosi dalla fine del XVI alla fine del XIX secolo che ne fece la sua residenza stravolgendo quella che era stata la struttura originale dell’edificio.

Gli spazi del mercato al piano terra vennero chiusi per creare delle stanze private, tra cui il suo studiolo interamente affrescato e perfettamente conservato, e fece costruire le la scala centrale che tutt’ora conserva le caratteristiche tardo-rinascimentali.

Agli inizi dell’800 il Palazzo fu acquistato da Luigi Langeli, romano proprietario della farmacia che preparava i medicamenti Papali che si recava spesso a Montefalco con la moglie Gianna per brevi e lunghi soggiorni.

Non passarono molti anni quando il Sign. Langeli ebbe un attacco di cuore nel retrobottega della sua farmacia mentre si trovava tra le braccia di una cliente.

Devota moglie e timorosa Cristiana, Giannina si ritrovò vedova e disonorata dal tradimento.

La vergogna per l’accaduto fu tale che la povera donna decise di ritirarsi a Palazzo Bontadosi, rinchiudendosi nel suo dolore nella camera che una volta condivideva con il marito. Nessuno riuscì mai a convincerla a lasciare quel luogo, dove i domestici dovettero servirle i pasti e dove solo il sacerdote poteva entrare per dirle messa e darle la comunione ogni domenica.

E fu così che Giannina, una volta entrata in quella camera, non ne uscì più.

Diverse testimonianze, nel corso del tempo, narrano di aver visto o sentito “Zia Giannina” aggirarsi per il Palazzo, o di averne avvertito di sfuggita la presenza.

Nessuno di noi ha mai avuto occasione di vivere questa esperienza, riportiamo perciò solo racconti che ci sono pervenuti nel tempo, ma se volete saperne di più chiedete pure al nostro personale.